giovedì 8 giugno 2017

Son nato a maggio

Son nato a maggio

Son nato di maggio
e in quel dì al posto del sole
per moltissime ore
imperversò un pazzo nubifragio.
Internato in un viscido ammollo
dov’ero ormai da infiniti ieri
voci fuori campo parlavano di autoreti
mentre io dentro avevo il torcicollo.
Nel mio più che mai incazzato
sentivo altri parlar di un rigore
ma per altre voci era solo una punizione
e così nel tempo rimasi bloccato.
Allor come se fossi d’area un difensore
dal ventre scalciai da forsennato
finché qualcuno vedendoci un po’ chiaro
decise di farsi ispettore.
Sentendomi palpare in ogni lato
con maniere non del tutto dovute
mi ritrovai quasi a vedere la luce
ma il suo fastidio mi fece blindato.
Nel vedere quella luce artificiale
avendo in me la luna ipertesa
riscivolai subito in quella quarantena
dove l’oscurità rimaneva totale.
Se proprio dovevo sbucare
volevo inforcare occhiali schermati
ma i dottori non volendo darsi dei guai
dissero che avevano tutt’altro da fare.
E allor da buon (S) calciatore
mentre una mano poco gentile
estraendomi a forza di ire
ridendo mi disse che era rigore
impregnato da un odore strano
son uscito ad occhi chiusi
e tra i lor mille e più starnuti
presi due sculacciate sul deretano.
Fu in quei brutti momenti
che emanai un forestale urlo
non dico che mai feci poi a spruzzo
irrorando molti degli assistenti.
Mentre perlustravano il mio panorama
pensavo di sentirmi un dio
invece m’immersero in un tiepido bagnino
come se fossi una mela grama.
Così ridendo e sgambettando
dal mio pisellino s’è sprigionata
un’immensa e frizzante fontana
lavando chi mi stava accanto.
Finito pure quel mio nubifragio
per il resto della giornata
il sole con la sua raggiante ala
irrorò di luce quel dì del mio maggio.


© Nilodan Gi.Pi.- Giugno 2017

1 commento:

Sari ha detto...

Stavi bene dov'eri, in quel dì di maggio e nello scorrere delle righe sento il desiderio di vendicarti di chi ti ha costretto a lasciare la dolce casa. Sorrido.